Dio è al suo
secondo errore. Solo che ancora non ha deciso di rimediare.
Al primo ci
ha provato a rimediare. Il primo lo aveva confessato Dio stesso a Noè,
dicendogli che aveva sbagliato tutto e voleva rifare tutto da capo.
Dopo il
diluvio Dio ha iniziato il secondo errore, è andato da Abramo e gli ha detto
voglio fare con te una grande nazione.
E Abramo ha
fatto Isacco (ma anche Ismaele che dopo un bel po’ ha generato Maometto), e
Isacco ha fatto Giacobbe e Giacobbe ha fatto 12 figli da cui sono nate le 12
famiglie ebree tra cui i Cohen, i Levi, ecc., e uno dei 12 figli era Giuseppe,
il quale se ne è andato in Egitto perché lì in Mesopotamia dove stavano non
andava d'accordo con gli altri 11 fratelli.
E allora
Giuseppe in Egitto fa una grande fortuna presso il faraone e poi chiama a sé
gli 11 fratelli.
E dopo tante
generazioni di figli e nipoti di Giuseppe il faraone di turno si arrabbia e
dice basta.
E allora fa
la prima strage degli innocenti.
Ma da questa
strage la mamma di Mosè salva Mosè. E Mosè va a finire, guarda caso, proprio
dal faraone. Ma Mosè dopo un po' si rompe e con suo fratello Aronne va dal
faraone e dice che se ne vuole andare con il suo popolo.
E il faraone gli dice
di no. E allora Mosè con suo fratello Aronne fanno venire le 12 piaghe
d'Egitto, tra cui bubboni e rane, e la seconda strage degli innocenti (questa
volta egiziani).
E allora il
faraone li lascia andare anche se subito dopo cambia idea e rimane sepolto
nelle acque del mar rosso.
E il popolo
di Mosè e di suo fratello Aronne si perde per 40 anni nel deserto su e giù.
E ogni
tanto, per colpo di culo, Mosè incontra Dio.
Una volta lo
incontra sul monte Sinai e Dio, per l'occasione, gli dà le tavole.
Mosè torna
KARAN cioè “raggiante” dal monte Sinai per far vedere le tavole al suo popolo.
Ma i latini
ignoranti del medioevo non riuscivano a tradurre Karan e quindi hanno pensato
che a Mosè gli fossero spuntate le corna (karan- cornuto) ecco perchè
Michelangelo, in San Pietro in vincoli, gli scolpisce le corna al Mosé molti
anni dopo: un errore di traduzione.
Ma insomma,
continuando, quando Mosè torna karan o raggiante con le tavole, trova il suo
popolo in adorazione di un vitello d'oro e allora si arrabbia come una iena e
spacca le tavole.
Allora Dio
questa proprio non gliela perdona e infatti gli dice che per questa
intemperanza lui sarà il solo a non entrare nella terra promessa.
Alla faccia
della gratitudine.
Fortunatamente
Dio aveva conservato una copia delle tavole e le dà a Mosè la volta dopo che
lui risale sul Monte Sinai.
Poi Mosè
come promesso da Dio, muore mentre le 12 tribù figlie di Giacobbe e nipoti di Isacco e
bis nipoti di Abramo e bis bis nipoti di Noé (perché abramo è figlio di Noé e
di sua moglie Tirah) entrano finalmente nella terra promessa.
Lì nella
terra promessa si fanno spazio, ammazzano un po’ di vicini, poi arriva Salomone
che è un re abbastanza pacifico, ma prima c'è stato il re Saul al tempo del
profeta Elia che lo unge del Signore e annuncia la venuta del messia.
E la terra
promessa si divide in due perchè le 12 tribù litigano, a nord la Giudea a sud
la Galilea.
E passa il
tempo.
Passa il
tempo, e arrivano i romani che intanto che il tempo passava avevano fatto tante cose senza
assolutamente l'aiuto di Dio.
Avevano
fatto tutto da soli. In proprio.
In Grecia, in Gallia, in inghilterra, in
Spagna, in Pannonia, in Tracia, in Persia, tutto come se niente fosse.
Una grande
nazione anche loro.
I Romani
quindi occupano la terra promessa.
E un anno di
quelli, molto fatidico per sua natura propria, nasce Gesù che, propriamente,
può dirsi un eretico.
Infatti,
adotta la tecnologia del battesimo introdotta da Giovanni Battista, ignora il
sabato quando non serve, fa miracoli in lungo e in largo e disturba tutti
quelli che c'erano, dicendo che era il Messia ma senza mai ammetterlo
veramente.
Infatti
continua pervicacemente, nel vangelo di Matteo, a dichiararsi figlio dell'uomo.
E
francamente non si capisce l'ovvietà contraddittoria.
Lo
crocifiggono come per i delinquenti comuni (i romani erano spicci) e poi
risorge dopo tre giorni ma lo vedono in troppo pochi a dire il vero.
Non è stato
propriamente un fenomeno mediatico benchè ci sia stata una forte risonanza.
Di Dio
francamente nessuna traccia da allora, a parte gli apostoli, tutti molto
sfortunati.
San Paolo
qualche decennio dopo cade da cavallo, batte la testa, si converte e dice che
tutti i preti devono essere casti.
Da allora,
la sublimazione del sesso si tramuta in pedofilia quando la ciambella non gli
riesce, mentre quando gli riesce diventa misticismo.
E quindi giù
con i Santissimi Santi, e Sant'Agostino, Sant'Tommaso e San Francesco e Santa
Chiara, e Santa Teresa d'Avila che con Dio ha rapporti molto intimi, ma anche
Santa Caterina, Santa Rita, San Crispino, Sant'Antonio da Padova, San Giacomo o
Santiago, e tutti gli altri santi del calendario che, insieme a questi già citati, sono gli
unici ad avere un rapporto diretto con dio.
Gli altri
spingano.
Insomma Dio
è diventato un affare di pochi e anche se gli abbiamo costruito chiese e
cattedrali perché stesse comodo e abbiamo inventato numerosi stili di
accoglienza, passando dal romanico al gotico al barocco al neoclassico e
moderno e post moderno, in chiesa dio ci va poco.
Questo è un
fatto.
Sembra che
privilegi i luoghi ameni, bucolici, isolati.
Un dio
timido.
Anche la
Madonna.
La Madonna si fa vedere solo nelle grotte o sui dirupi. E piange.
E ha
ragione.
Lei ha tutte
le ragioni.
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