giovedì 15 dicembre 2016

Morte apparente

L'apparente morte dell'ideologia, che secondo i più era foriera solo di guai, come se fosse il coltello a essere colpevole e non chi ne fa un cattivo uso, ha condotto a questa palude di idee confuse, fra cui la più in voga è l'essere né di destra né di sinistra, la quale a sua volta deriva dalla sbandierata morte dell'ideologia di cui anzidetto e, con un sillogismo di poco conto, si determina l'impossibilità (logica) di discutere di fascismo e antifascismo (o di collocarsi in una o l'altra di queste aree ideologiche).
Or bene  (per l'occasione l'anima mia si veste ancor di 900), dovremo avere il coraggio di affermare, una volta per tutte, quanta ci manchi l'ideologia, per il fatto di riverberare in ogni dove le sue idee, una cometa nel nostro cielo avvilito, e la sua luce era il sogno del futuro, la sua profezia.
E dunque appena al di sotto della palude in cui siamo malcapitati, orfani di idee e censori della nostra storia, palpitano ancora le idee, sempre quelle, con le stesse vesti, con lo stesso carico di luce. Per quanto sventurate (come noi), le idee sono vive e ci richiamano alla responsabilità di pensare, di immaginare il nostro destino, e più affermiamo la loro morte, più siamo noi a morire, perché muore il senso dell'umanità.
Noi siamo solo le nostre idee, costruiamo ideologie, ponti verso il lontano.
Senza questa responsabilità c'è solo una sterminata palude di futuro abortito.

domenica 11 dicembre 2016

Il senso assente

16 maggio 2016

È una forma di subitaneo presenzialismo che fa dire sproloquiando io sono, sono qui, e l'animaccia mia dice quel che vuole, al riparo, in questo non luogo di amicizie anonime e nature morte.  Sconfitti da una  smisurata ombra,  la coscienza svilita si trastulla in uno stagno di vetro, e non si incontra anima viva in questo spensierato inferno.

Linguaggio d(e) genere e uOmanità

1 giugno 2016

Sento da sempre molto fastidio per le categorizzazioni vuote e per quegli oggetti linguistici  come "genere", "pari opportunità", che distorcono il ragionamento. Non esiste il linguaggio di genere, perché deve esistere un linguaggio intelligente, libero e comprensivo della realtà; non esistono le pari opportunità perché può esistere solo l'uguaglianza, e niente di meno. Non dovrebbe esistere il concetto di  violenza di genere, perché una società uguale tratta l'omicidio con la stessa visione e condanna morale. Il linguaggio di genere toglie forza alla prospettiva di una vera uguaglianza e libertà per tutti. È paradossale che se un uomo riceve una violenza, si dice che quell'uomo ha subito una violenza; se invece una donna subisce una violenza, si dice che hanno fatto violenza sul corpo di quella donna. Come se le donne non esistessero come entità, e tutto si giocasse nel limite angusto posto dal linguaggio e dal ragionamento di genere. Sono le stesse donne a cadere in questa trappola linguistica delle supposte differenze, e questo ci pone nel recinto di una minoranza che  va tutelata o al peggio va messa sotto controllo. È però vero che voi uomini, purtroppo, ci ammazzate e lo avete sempre fatto. È un fatto antico che perdura. È un fatto anche che si tratta sempre di delitti efferati, di violenze drammaticamente crudeli, con un profilo di crudeltà che direi tipico, e che non conosce analogie quando voi uomini vi ammazzate fra di voi. Questa è ancora l'uOmanità con cui abbiamo a che fare e nessun linguaggio o cultura di genere, potrà salvarci. Bisogna togliere quella O di mezzo che ingombra l'umanità.

A Roma si dice Datte Foco!

9 giugno 2016

Renzi dice che dopo i ballottaggi del 19 giugno userà il lanciafiamme con il partito. 
Lui, il nominato, direi anzi, il Primariato, quel soggetto scelto dal vertice di segreteria, presentato al popolo del PD chiamato quel l'unico giorno a far festa, che si mette in fila, e paga l'obolo e crede, soltanto crede, di scegliere davvero il migliore. Come si fa a parlare di esercizio della democrazia quando le sezioni sono deserte, le decisioni sono prese nei circoli ristretti, le relazioni che contano sono fra quei pochi, i mestieranti e i disonesti. E il popolo del PD, paziente, si mette in fila, chiamato a scegliere ciò che è già stato scelto, digerito dal ventre grasso del partito, disposto a credere a qualunque stupidaggine, a qualunque leader salvatore gli si metta davanti, e prima Bersani, e poi Letta e poi Renzi e poi il nulla, sempre in fila davanti al nulla. 
E adesso l' ultimo Primariato promette purghe staliniste, il pugno di ferro contro quella debole ribellione da parte della sopravvissuta (a quali compromessi) ala sinistra del partito o a quelli che troppo ingordi del piccolo potere territoriale, dai loro feudi e vassallaggi si sono fatti beccare a corrompere e a imbrogliare per raccogliere voti da chiunque, per potersi poi compromettere con chiunque. Senza vergogna. 
E il popolo del PD si metterà in fila anche  per le prossime primarie sciagurate, invece di fare di tutto questo un bel falò.

Serracchiane, Bosche, Picerne e Boldrine

20 giugno 2016

Sconfitto il PD ci libereremo finalmente di tutte quelle sciocchezze del radical chic, dei mercatini bio bio e dei Democratic Party e dei ma anche, e del cambiaverso e delle Leopolde, e sopra ogni cosa delle ministre e della presidenta della parlamenta e se mai della futuribile  presidenta della consiglia e della governa, e delle cazzate, quelle sì perfette in genere e sostanza, che ci hanno propinato le Serracchiane, le Bosche, le Picerne, e soprattutto le Boldrine. Abbiamo finalmente due donne sindaco in città molto importanti. Due donne che hanno così rispetto per le istituzioni e così preparate da sapere che è l'istituzione che conta e non chi la rappresenta. E finalmente, finalmente i 5 stelle non usano  la fastidiosa, irritante e ridicola declinazione in  "Sindaca". Già solo per questo, per il fatto di liberarmi del linguaggio idiota della sinistra degradata nei formalismi di genere per nascondere le peggiori nefandezze, io sono grata.

O la borsa o la vita

24 giugno 2016

Le borse impazzite rappresentano il  più emblematico ed esatto sintomo  della patologia psichiatrica di cui soffre la nostra società. Avvezze alla magia, al presentimento, alle premonizioni, a leggere le ombre, perennemente dominate dalla paura che la realtà, quella creatura  dispettosa e ineffabile, sfugga al retino da farfalle con cui pretendono di catturarla. 
Euforiche al  primo timido spiraglio, sprofondano poi nello sconforto, chiuse per giorni in un mutismo scontroso e pieno di risentimento. 
Chiuse nei loro castelli, senza sonno, si abbuffano sfrenate per poi correre a liberarsi, bulimiche, depresse e tristemente vecchie e puttane.

Burkini

18 agosto 2016
Ho il sospetto che questa improvviso moto di orgoglio nazionale contro il burkini sortisca come unico effetto l'ulteriore sepoltura di quelle donne fra le quattro mura domestiche, impedendo loro il conforto di qualche ora al mare. Il burkini rappresenta per loro una liberazione, alla stregua di ciò che è stato tempo fa per le donne occidentali il bikini. Nelle nostre città, soprattutto nei quartieri periferici dove abbiamo stipato alla meglio un umanità indesiderabile, le donne vanno in giro con il velo, pigiate in abiti informi, e in tchador, a seconda del grado di clausura. Cosa faremo quindi? Vieteremo questi costumi perché contrari alla nostra civiltà? Le muriamo vive con il beneplacito dei loro padri, fratelli e mariti, in modo che occhio non vede e cuore non duole? Ma, dico, cervello pensa?

Il corpo delle donne è (politicamente) morto

28 agosto 2016
La giornalista Zanardo, femminista "di maniera" , poco preparata, e politicamente modaiola, si è distinta alla ribalta di questa corte di intellettuali saltimbanchi, per aver tirato fuori dal cilindro polveroso di teorie mal comprese, il coniglio ( ormai anziano e pensionato) del " corpo delle donne", paradigma che all'epoca della lotta per l'emancipazione  aveva certamente una sua validità. 
È che mi aspetterei, da una femminista di sinistra (sedicente), anche solo un debole impegno a rinnovare i vecchi sogni e a non riproporli come slogan esausti capaci di suscitare interesse solo in quelle quattro galline che credono di essere eredi del femminismo il quale, nel frattempo, ad ascoltarle si rivolta nella tomba. 
Che una femminista dei nostri tempi (sedicente e millantatrice) si appropri e insista, come un disco rotto, del principio politico del corpo delle donne ( pensando addirittura di fare metafisica), è un fatto patetico e conferma il generale degrado della nostra sinistra, orfana del pensiero e inabile alla coscienza. 
Se non siamo riuscite a fare il salto concettuale ( e oserei dire fisiologico)  DAL CORPO ALL'ESISTENZA delle donne, politicamente intendo, e se tutto quello che le nostre femministe contemporanee sono riuscite a produrre, covando strenuamente, sono solo le pari opportunità, vuol dire che la prospettiva di un cambiamento ( per tutti) non può arrivare di certo da queste intellettuali da salotto, e per certi versi, politicamente depravate ( avrei potuto usare il termine "immorali", ma la moralità si sarebbe offesa). 
Le nuove idee, prevedo, verranno dalle donne oppresse, forse le figlie delle donne che oggi portano  il burkini, o che per le più svariate ragioni sono seppellite dentro un destino infame, al di là dell'abito che ricopre il loro essere.
Scommetto su queste donne perché loro sanno, e perché l'idea di esistere (e ciò che ne consegue politicamente), ha bisogno di esperienza viva e dunque di coscienza.

Emoticon "Salvabrutto"

29 settembre 2016

All'estetica ho rinunciato perché non applicabile, ma la mancanza di senso cosmetico di certa gente che si selfa a raffica mi fa pensare.  
Sono brutti e brutte, qui sì in modo così uguale da spingermi a utilizzare (con una certa prudenza) il linguaggio di genere per accontentare finalmente qualche oca. 
Si realizza in certi selfie una sorta di parità perfetta nel brutto.
Ma come è possibile che non si vedano che sono brutti e brutte, perché artefatti, finti, con quella smania di piacerSi solo a loro, intesi nel bugigattolo di se stessi e medesimi sé, e più si piacciono e più sono brutti, e più piacciono ai loro amici e più i loro amici diventano brutti in una rincorsa verso la frontiera del peggio, che ammesso ci sia, si sposta? 
Si immortalano con  la stessa bocca a culo di gallina, mentre bella bella e quatta quatta l'anima si è "posata" da sola durante la "posa".  
Si sa, durante i selfie Lei scende.

"Anima altrove" è un emoticon   che dovrebbe essere aggiunto ai like love sigh wow e grrr per commentare i selfie. 
Si potrebbe aggiungere per gentilezza anche un punto interrogativo dubitativo.
Tipo: "Anima altrove? "🙄?
Molti di loro per la verità  sarebbero brutti lo stesso, ma non nello stesso modo. 
Catturati al naturale insieme alla loro anima, sarebbero un po' vivi, quel vivo che fa tanto chic e non impegna.
Senza un rimedio, senza un gesto di tenerezza che li rianimi (nel senso di riportargli l'animaccia al posto suo), continueranno a sparpagliare bruttezza: distese infinite di tacchi a baionetta (15-18 e fra un po' vedrete, 39-45) per ammaliare  pettorali tatuati e  pressurizzati,  in un rimando di culi calvi che, in barba a qualunque decenza, fanno la ola. 
"Serve aiuto?"😷

Segnali di sfiga

6 ottobre 2016

Allora vi racconto. Questa mattina a Roma intorno alle 8:30 esco a piedi per fare un prelevamento bancomat. L'aereo per Torino ore 10:50, valigia pronta, tutto ok. Il bancomat mi dice che il collegamento con la mia banca è  momentaneamente non disponibile. Va be' dico io, prendo la macchina e vado fino alla mia banca. Prendo la macchina e per fare 800 metri impiego un quarto d'ora a causa del casino generato dalla ressa di genitori che in macchina accompagnano i bambini a scuola e pretendono di lasciarli proprio davanti al cancello, in una strada strettissima, che a doppio senso non si passa, e quindi una macchina per volta, 4 frecce, la mamma scende, prende lo zainetto, prende il pupo, lo accompagna al cancello della scuola, risale e così via per almeno 10 pupi. E io perdo il primo quarto d'ora. Arrivo in banca, parcheggio in un buco di traverso lì a caso, arrivo allo sportello infilo la tesserino e lo sportello gentilissimo mi dice che il pin è errato
In panico visto che dovevo arrivare all'aeroporto con un taxi, risalgo in macchina, parlo un attimo con l'Altissimo, cerco di ricordare il Pin  (ho prelevato solo l'altro ieri e lo sapevo anche cantando).
L'Altissimo mi illumina e capisco che invertivo le ultime due cifre. Risollevata faccio il prelevamento e con il pieno di banconote torno a casa, ma non per la stessa strada di prima per evitare gli altri trenta genitori in fila in senso contrario. Tempo totale perso 40 minuti. Parcheggio, faccio localizzazione del parcheggio con car Finder perché altrimenti dopo un minuto mi scordo dove ho messo la macchina. L'app fa fatica a localizzarmi (5 minuti persi) e non mi trova. Lungo la strada verso casa (50 metri), mi anticipo e chiamo il taxi per  andare all'aeroporto: 3570 (occupato????), samarcanda 066551 non risponde. In quel momento una voce ( la segretaria dell'Altissimo) mi suggerisce che forse sarebbe meglio non partire, visto che devo prendere un aereo.  Entro in casa vado al computer cerco altri numeri di taxi e trovo quello del parcheggio di Monteverde. Mi risponde un signore che molto gentilmente mi dice che può venire a prendermi subito. Purtroppo però non riesce a sentire bene al telefono, dice che la mia voce va e viene, riesce a sentire il nome della  via ma non il numero. Per farglielo capire  mi ritrovo a urlare per cinque minuti 208! 208! 208! Alla fine ci intendiamo e arriva. Quando lo vedo gli dico: guardi io me lo sento, ci sono troppi segnali, forse il mio aereo cadrà! E lui, ma no signora che dice, guardi che bel cielo. Forse pioverà , aggiunge , ma più tardi. Vedrà, conferma dopo aver ascoltato il sunto delle ultime vicende, le sue sfortune per oggi sono finite. Arrivo all'aeroporto, check-in ok, controlli sicurezza ok. 
Salgo sull'aereo. Il mio posto è il 17F (17!!). A quel punto sento di dover comunicare ai miei due vicini che è molto probabile che io stia spargendo un bel mucchio di sfiga vera e che sento il dovere morale di avvertirli. Loro ridono e  mi rassicurano, dopo averli edotti delle mie ultime vicende in sunto, e come già aveva fatto il tassista che non capiva il mio numero civico, del fatto che certamente  la sfiga ormai l'avevo consumata. Sulla cappelliera del 17 non c'era posto per la valigia. Vado più avanti e l'unico posto libero era al 13. Dico all'Altissimo: stai scherzando vero? 
Finalmente mi siedo al mio 17F, lato finestrino. Giornata stupenda. Sole e cielo azzurro. Solo qualche nuvolaccia lontana. 
Bene. Ci troviamo sulla pista di decollo e non partiamo. 10 minuti, poi 15, poi trenta. Passa un'ora e noi fermi sulla pista e il cielo diventa sempre più nero. Io chiamo l'Altissimo ma era occupato  e la segretaria di prima mi guarda con un sorrisetto da "io te lo avevo detto".
Ci avvertono che a causa di turbolenze  si è creata coda sulla pista. A un certo punto ci danno il go, e il pilota forse perché si era rotto anche lui o forse perché quando c'è una tempesta bisogna fare così, parte a tutto gas e si getta rombando come un pazzo sulla pista per infilarsi in quella coltre scura che ci aspettava al varco e specialmente me, fin da stamattina.
10 minuti di panico totale, vuoti d'aria spaventosi in cui l'aereo perdeva  quota in modo impressionante per fermarsi con botto tremendo  ogni volta che, fortunatamente, ritrovava aria. Gente che urlava, che piangeva, e pure io piangevo (piano piano) guardando fissa il buco da dove escono le mascherine quando non c'è più niente da fare. 10 minuti di panico totale. 
Sono a Torino adesso e ve lo dico, io aspetto mezzanotte. E nessuno mi venga a dire che per oggi la sfiga è finita.

Il permessino

22 novembre 2016

Giubilate Donne! È arrivato il permessino! Anche il papa ha detto sì!! 
Mancava quest'ultimo uomo a darvi il suo consenso! Che bello che gioia! Che soddisfazione! Possiamo essere perdonate da questi maschi che non perdono occasione per menar le mani (spesso su di noi per il fatto semplice di essere a portata di mano), che come dire hanno un annoso problemino con la violenza (specie con noi che abbiamo troppi grilli per la testa), e infine non hanno mai superato i traumi dell'infanzia e per questo, sospinti dal timore di non averlo abbastanza lungo, si consolano con il giochino più amato: la sempre cara guerra e tutti quei soldatini, carrarmatucci, bombe e bombette sempre più intelligenti, capaci di massacrare sempre meglio, con più qualità ed efficienza! 
Certo mentre loro massacrano da millenni, usando anche attrezzi da cucina tipo i forni (solo più grandi eh!), mica potevate pensare di abortire volontariamente il frutto dei loro santi lombi! Non sia mai che vi rifiutate di replicare la loro specie! E quindi adesso potete consolarvi, confessare il peccato e sperare anche voi nella misericordia di quel maschio di Dio.

Bel colpo Matteo!

29 novembre 2016
Il paese è diviso sul bene più prezioso. Bel colpo Matteo! Ciò che colpisce è che sembra che  finalmente si sia trovata la ragione per scannarsi. L'aspetto surreale è che i fronti che avrebbero ragione di scontrarsi all'ultimo sangue, si sono uniti, anzi mischiati in una poltiglia mostosa che non diventerà mai vino. In fondo è un grave momento di verità: possiamo vedere chi siamo noi italiani, la nostra immagine allo specchio, chi ci governa, chi ci rappresenta, ha avuto gioco così facile ad accendere la miccia per la nostra povera paglia. Siamo politicamente a livello di gente da Colosseo. Gente da pollice verso, a buzzo. E finalmente, in questo tutti contro tutti e ciascuno con i suoi pruriti, potremo finalmente dare fuoco al niente che siamo. Bel colpo Matteo!

Le conseguenze delle dimissioni di Renzi

Ma avete pensato veramente alle conseguenze? 
Fine della Leopolda: simposio annuale degli yuppies di ritorno, zombies degli anni 80 vomitati dalla storia che non li aveva digeriti del tutto, sputandoli fino a qui insieme alle spalline e alle start up all'italiana dei figli di papà e dei cocchi di mammá;
Fine degli hashtag che ci hanno reso famosi nel mondo: l'Italia riparte, l'Italia cambia verso, basta un sì con un poco di zucchero, e salacadulabicicadula (tutti in coro bidibibodibibú);
Fine delle ministre, termine che va bene solo a queste signore che non sono mai state dei Ministri, e nell'ordine: a) quella signora che piangeva al telefono con il fidanzato che la trattava come una cameriera e la voleva costringere  (lei che lo amava così tanto) a mischiare le carte per favorirlo in affari petroliferi; b) quell'altra signora che si lanciava come un'amazzone lungo le sterminate campagne per la fertilità femminile, che si sa è del tutto analoga a quella delle mucche; c) quella signorina che tutti ricorderemo per la bellezza e gli occhi incantati (nella posa quattrocentesca del " bello... bello.. bello bello bello bello!), una studentella messa lì per le antiche amicizie, una ministra-stagista diciamo, che ha scritto la riforma costituzionale sotto dettatura per completare l'apprendistato;
Fine dei giochi, fine del videogame in cui il nostro eroe nei panni di giga robot ha rottamato senza tregua tutto il vecchiume: il suo partito, il parlamento, le idee stantie di giustizia sociale, e si è infranto all'ultimo livello sul nemico più coriaceo, la democrazia.

Che cosa succede adesso: dopo il game over ci potrebbe essere il reload. Nel caso, basta cliccare su DELETE per attivare l'autodistruzione del programma che verrà immediatamente proiettato verso il futuro e oltre ( il sogno del nostro eroe), ma comunque lontano da noi.