martedì 21 agosto 2018

RICORDA



Dagli anni ‘80 in poi, abdicando all’idea e all’impegno di un forte e univoco progetto di sinistra, le periferie hanno lentamente virato, e poi la deriva del degrado è diventata irrecuperabile. Nessuna sinistra riformista (un po’ di sinistra un po’ no) avrebbe potuto trattenerle dallo scivolare di nuovo nel populismo fascista. Ed ecco il nostro naufragio. Il paese è su un barcone. La Repubblica è naufragata.

Debolezze

Mi chiedono perché rispondo agli imbecilli. 
Si sa infatti che sono tanti. 
È una debolezza, un vizietto. 
L’imbecille di turno mi stuzzica, a buzzo, a caso, proprio lui, anche se indistinguibile nella moltitudine di cui è parte. 
Tutti imbecilli di pancia (perché non diciamo di culo e famo prima?), e tutti più o meno allo stesso modo. Poi però me ne capita uno, e mi va di dirgli che è imbecille. 
Mica ho paura della superiorità, io.
Se non ne ha paura lui, perché dovrei temere io? 
D’altronde ne ha bisogno. E la tigna lo conferma. 
Questo è un lavoro che va fatto. Ogni tanto. 
Smerciando superiorità per tempo perso. 
D’altronde, si diceva, di superiorità si nasce.

Il Funerale dello Stato

Rifletto sull’eventualità che il contratto capestro firmato a favore di Autostrade s.p.a. sia il frutto (anche) della malcelata e storicamente onnipresente sudditanza verso i nostri signorotti. 

Che questi siano di nobili natali o di retaggio villano, che spadroneggino su latifondi o sulle obsolete ferriere, o che siano stati i cavalieri di un’industria spesso oscurantista e retrograda, poco importa. 

Lo Stato si fa servo, vassallo dei piccoli affari patteggiati con i nuovi padroni, quelli che avanzano di volta in volta e si fanno largo nei labirinti della corruttela, che si stringono nei familismi come unica forma di apprezzamento e reputazione.