Rifletto sull’eventualità che il contratto capestro firmato a favore di Autostrade s.p.a. sia il frutto (anche) della malcelata e storicamente onnipresente sudditanza verso i nostri signorotti.
Che questi siano di nobili natali o di retaggio villano, che spadroneggino su latifondi o sulle obsolete ferriere, o che siano stati i cavalieri di un’industria spesso oscurantista e retrograda, poco importa.
Lo Stato si fa servo, vassallo dei piccoli affari patteggiati con i nuovi padroni, quelli che avanzano di volta in volta e si fanno largo nei labirinti della corruttela, che si stringono nei familismi come unica forma di apprezzamento e reputazione.
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