lunedì 16 luglio 2018

Ronde nere

Una farsa dell’orrore. 
Questi eventi in una Repubblica come la nostra dovrebbero essere stigmatizzati prima di tutto dal Parlamento. È il Parlamento che dovrebbe sollevarsi e dire che questo clima è inaccettabile. Sembra quasi una strategia. La continua provocazione del Ministro che istiga alla disseminazione di provocazioni nel paese. 
E forse la nostra indignazione fa parte della sceneggiatura. 
Contribuisce ad alzare polvere, ad autorizzarli a comportamenti peggiori, continui, in ogni dove e a qualunque livello: il ministro non permette l’attracco di una nave, e il giorno dopo il sindaco di Monfalcone chiude la scuola primaria si bambini; il ministro sbatte i pugni con la Francia, e il giorno dopo si fanno ronde nere in spiaggia. 
E gli episodi di razzismo concreto si moltiplicano. Per emulazione del leader. 
E in rete si sono scatenati e noi con loro in senso contrario, senza riuscire a far altro se non ad alimentarne le ossessioni. 
Qui tocca che ci riflettiamo su. Perché se è una strategia, va fermata con altri mezzi subito. Se è invece una sceneggiatura necessaria all’esaltazione, non andrebbe alimentata. 
Ed è chiaro che non si può smettere di partecipare alla denuncia, anche qui. 
Ma forse non dovremmo più rispondere. Perché è come caricarli a molla, fornire energia al male. Dobbiamo prendere le distanze, anche emotive. 
Con rammarico ho eliminato nella vita reale delle amicizie. Con rammarico ho eliminato qui dei contatti che fino a poco tempo fa ritenevo gradevoli e arricchenti. Ma sono scelte che dovevo compiere. Dobbiamo lasciarli in pace fra loro, alle loro farse, alla loro ridicola disperazione politica, ai pensieri piccoli che riescono ad esprimere, alla loro frustrazione senza soluzione. 
E dobbiamo tornare a fare politica. 
Perché dalla poltrona abbiamo permesso che i nostri partiti si dividessero litigando su poche idee tutte sbagliate, dalla poltrona abbiamo delegato il potere ad una classe dirigente impreparata e con biechi istinti da oligarchia provinciale, dalla poltrona ci siamo rassegnati abbandonando il campo. 
E il populismo ci ha convinti, tutti, almeno un po’. 
Perché dalla poltrona è facile cadere preda di cattivi pensieri. 
Perché dalla poltrona si subisce. Tutto. Alla fine anche questo.

Ronde nere a Rimini - Da Repubblica

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