giovedì 12 luglio 2018

Neri come il carbon


Di questi tempi l’emergenza migratoria è un grande problema.
Certo l’Africa, ci ha messo del suo. 
Ha cominciato, in sordina, a rovesciare la sua grande cariola e a scaricare il suo carico umano sull’Europa e a riempirla di terra nuova, nera e giovane. 
Una cariola zeppa di giovani è stata scaricata sulle nostre coste; ma molte altre se ne stanno preparando. 
Immaginate così tante cariole zeppe di terra, messe in fila all’uscita dei silos in cui l’Africa ha stipato la sua voglia di sopravvivere: più l’abbiamo depredata e più lei, furba come una iena, ha prodotto figli e figli e figli e figli e figli, quanti figli d’Africa sono pronti per la prossima cariola!
E’ un meraviglioso paradosso. Prima andavamo solcando i mari in lungo e in largo per catturare i frutti di quella terra. Incatenati, stipati come merci preziose nelle stive, portavamo il carico fino alla bisogna: campi di zucchero, di cotone, di caffè, di frutta, miniere d’argento, di rame e di tutto quello che era possibile cavare dalla terra. 
E mentre si sfruttavano i figli d’Africa, si creava l’economia coloniale in America Latina, economia che si basa su principi economici semplici: ti occupo un paese, lo metto in mano ad un’oligarchia locale corrotta, creo latifondi, sfrutto tutte le materie prime, impedisco che quel paese possa produrre qualunque bene gli sia necessario. 
Se vuole mangiare, deve importare i beni dal paese colonizzatore, e tutto quello che produce è destinato alle allegre tavole americane ed europee. 
Che Guevara diceva sconsolato che a Cuba, prima della rivoluzione, si annegava nello zucchero, ma non si poteva comprare nemmeno una caramella; certo le caramelle si potevano importare, a prezzi esorbitanti, insieme alla farina e a tutto il resto. 
Questo discorsetto sulla mancanza di caramelle in un mare di zucchero, si può ripetere per tutti i paesi dell’America Latina.
Così si è creata la nostra ricchezza occidentale. Schiavi africani e paesi schiacciati per sempre nella povertà o nell’impossibilità di svilupparsi. E se provano a cambiare lo stato di cose, non c’è problema: una bella dittatura dei colonnelli metterà tutto a posto. 
Gli Stati Uniti sono lì apposta.
Per inciso l’economia schiavista è terminata tra le fanfare dei diritti umani e dell’uguaglianza fra gli uomini, solo quando gli schiavi non convenivano più e potevano essere sostituiti più convenientemente con i campesinos sottosalariati: in pratica sfamare un campesinos o uno schiavo costava lo stesso denaro, con il vantaggio però che i campesinos erano già lì e non si doveva andare a prenderli dall’altro capo del mondo.
Bene il meraviglioso paradosso è che nel frattempo l’Africa ha preparato le cariole, e le sta scaricando e le scaricherà nel tempo a venire inesorabilmente, senza sosta, qui in Europa.
Un’immensa cariola ci seppellirà! E diventeremo Neri, Neri, Neri come il Carbon!

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