domenica 11 dicembre 2016

Il corpo delle donne è (politicamente) morto

28 agosto 2016
La giornalista Zanardo, femminista "di maniera" , poco preparata, e politicamente modaiola, si è distinta alla ribalta di questa corte di intellettuali saltimbanchi, per aver tirato fuori dal cilindro polveroso di teorie mal comprese, il coniglio ( ormai anziano e pensionato) del " corpo delle donne", paradigma che all'epoca della lotta per l'emancipazione  aveva certamente una sua validità. 
È che mi aspetterei, da una femminista di sinistra (sedicente), anche solo un debole impegno a rinnovare i vecchi sogni e a non riproporli come slogan esausti capaci di suscitare interesse solo in quelle quattro galline che credono di essere eredi del femminismo il quale, nel frattempo, ad ascoltarle si rivolta nella tomba. 
Che una femminista dei nostri tempi (sedicente e millantatrice) si appropri e insista, come un disco rotto, del principio politico del corpo delle donne ( pensando addirittura di fare metafisica), è un fatto patetico e conferma il generale degrado della nostra sinistra, orfana del pensiero e inabile alla coscienza. 
Se non siamo riuscite a fare il salto concettuale ( e oserei dire fisiologico)  DAL CORPO ALL'ESISTENZA delle donne, politicamente intendo, e se tutto quello che le nostre femministe contemporanee sono riuscite a produrre, covando strenuamente, sono solo le pari opportunità, vuol dire che la prospettiva di un cambiamento ( per tutti) non può arrivare di certo da queste intellettuali da salotto, e per certi versi, politicamente depravate ( avrei potuto usare il termine "immorali", ma la moralità si sarebbe offesa). 
Le nuove idee, prevedo, verranno dalle donne oppresse, forse le figlie delle donne che oggi portano  il burkini, o che per le più svariate ragioni sono seppellite dentro un destino infame, al di là dell'abito che ricopre il loro essere.
Scommetto su queste donne perché loro sanno, e perché l'idea di esistere (e ciò che ne consegue politicamente), ha bisogno di esperienza viva e dunque di coscienza.

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