Di seguito riporto la Lezione magistrale sulle donne scritta da Anne Frank sul suo diario il giorno 13 giugno 1944, il giorno successivo al suo 15° compleanno, nell'Alloggio segreto di Amsterdam dove risiedeva da due anni insieme alla sua famiglia e ad altre 4 persone ebree clandestine. Come noto Anne morirà alla fine di marzo del 1945 nel campo di sterminio di Bergen-Belsen per tifo insieme a sua sorella Margot, ad una manciata di giorni dalla libertà (il campo sarà liberato dagli inglesi ad aprile 1945).
martedì 26 gennaio 2010
lunedì 25 gennaio 2010
Il popolo di Vendola
Il popolo di Vendola si è messo in fila per sbeffeggiare la
retorica dei moderati, per deridere l’imperitura sicumera dei nostri perbenisti
del PD, per scombinargli il
fortino d’alemiano zeppo di poltrone e idee smarrite e affermare che
preferiscono lo scandalo di una persona onesta.
Il popolo di Vendola lo sa. Lo sa con l’anima e la pelle che
il riformismo delle bicamerali e dei ma anche, delle riforme condivise nell'inciucio, è una
iattura umana prima che politica perché ci ha ridotto a frammenti, individui senza legami, soli di fronte
all’astrazione in cui si è corrotta questa democrazia evoluta e ignorante, i cui
figli sono tutti dei liberti.
Gli è fuggito il giochino a quelli del PD, costretti dalla
periferia a fare i conti con la democrazia primaria, quella che non ti aspetti
si possa risvegliare all’improvviso, e dirti di no.
NO.
venerdì 22 gennaio 2010
Crisi senza uscita
Milano, 20 gennaio 2010
Crisi del centro-sinistra e necessità di tornare ai valori della Democrazia
di Roberto Malini
Perché il Pd e il centro-sinistra non convincono più nessuno, come dimostrano i sondaggi, fra cui quello effettuato da Ipr Marketing per Repubblica.it e divulgato oggi?
martedì 12 gennaio 2010
Omaggio a Giorgio Gaber
IN QUALCHE MODO
Ah che meraviglia questo vostro recentissimo, incessante, onnipresente
in qualche modo
In qualche modo è l’intercalare del veleggiare
fra le parole stanche,
in cui infilare in qualche modo questo vostro
non pensare,
In qualche modo cercate di spiegare
che siete stanchi di ragionare,
specialmente alla sera,
ma anche al mattino,
a volte di giorno,
ma solo se piove,
e in qualche modo chi se ne frega di pensare,
di dire, di partecipare,
tanto che può cambiare,
In qualche modo è senz’altro meglio,
in qualche modo se vuoi è tutto sufficiente,
al limite è persino più efficiente,
basta dire sempre sì, nel modo giusto, al tale giusto,
nel momento esatto,
Quello lì, perfetto,
e tutto poi, se vuoi d’incanto, ti diventa in qualche modo a posto,
anche se ti sei ridotto
ad un vile e triste deficiente,
e ti sei venduto,
sì, ti sei venduto,
ti sei venduto la sorella, la madre, l’anima, il cane,
per l’automobile aziendale,
e ti sei smerciato la bandiera
per andare con il premio in crociera,
ti sei prostituito, tradito, alienato,
solo per il gusto di mendicare
una bella scrivania,
il benefit, il buono pasto, l’assegno famigliare,
la stock option, il cellulare,
e quella educata, moderata, ammaestrata
governata, domestica
allegria di squadra,
E ti sei venduto anche il culo
ma quello solo in qualche modo,
mica esattamente,
solo metaforicamente,
distrattamente,
prudentemente,
riformisticamente,
quasi,
forse,
peraltro, sì peraltro è in qualche modo vero,
che non ti sei accorto di niente.
Questo è il mio omaggio pieno di affetto e di gratitudine per Giorgio Gaber.
Spero che non si arrabbi dovunque sia, spero che sia allegro, finalmente libero in campagna.
Ah che meraviglia questo vostro recentissimo, incessante, onnipresente
in qualche modo
In qualche modo è l’intercalare del veleggiare
fra le parole stanche,
in cui infilare in qualche modo questo vostro
non pensare,
In qualche modo cercate di spiegare
che siete stanchi di ragionare,
specialmente alla sera,
ma anche al mattino,
a volte di giorno,
ma solo se piove,
e in qualche modo chi se ne frega di pensare,
di dire, di partecipare,
tanto che può cambiare,
In qualche modo è senz’altro meglio,
in qualche modo se vuoi è tutto sufficiente,
al limite è persino più efficiente,
basta dire sempre sì, nel modo giusto, al tale giusto,
nel momento esatto,
Quello lì, perfetto,
e tutto poi, se vuoi d’incanto, ti diventa in qualche modo a posto,
anche se ti sei ridotto
ad un vile e triste deficiente,
e ti sei venduto,
sì, ti sei venduto,
ti sei venduto la sorella, la madre, l’anima, il cane,
per l’automobile aziendale,
e ti sei smerciato la bandiera
per andare con il premio in crociera,
ti sei prostituito, tradito, alienato,
solo per il gusto di mendicare
una bella scrivania,
il benefit, il buono pasto, l’assegno famigliare,
la stock option, il cellulare,
e quella educata, moderata, ammaestrata
governata, domestica
allegria di squadra,
E ti sei venduto anche il culo
ma quello solo in qualche modo,
mica esattamente,
solo metaforicamente,
distrattamente,
prudentemente,
riformisticamente,
quasi,
forse,
peraltro, sì peraltro è in qualche modo vero,
che non ti sei accorto di niente.
Questo è il mio omaggio pieno di affetto e di gratitudine per Giorgio Gaber.
Spero che non si arrabbi dovunque sia, spero che sia allegro, finalmente libero in campagna.
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