lunedì 15 marzo 2010

Il popolo del tornaconto e quello delle biblioteche

Mail di Silvio Cinque in risposta al Post "Il popolo del tornaconto"

Cara MaTe, ho l'ingenuità di pensare che le persone a cui la inoltro in copia criptata, compresa te, non voterebbero per "lui". Il problema che ci riguarda è profondamente morale nel senso che ci pervade spesso il non senso, avendo perduto un senso più alto. Come non abbiamo potuto risolvere il problema del conflitto d'interesse, il problema dei diritti delle persone, il problema della garanzia del lavoro e della vita che gira intorno ad esso? 
Così oggi c'è la deportazione forzata delle famiglie rom di TordeCenci o di Pesaro e Milano, c'è ogni tanto qualche squallido scandaletto che ci distingue le coscienze e intanto i morti sul lavoro, licenziati o ammazzati, in regola o clandestini, disturbano la nostra confusione. Abbiamo lasciato ai custodi della costituzione l'impegno e l'obbligo di far rispettare le leggi (si senta a questo proposito una bella intervita del giudice Spataro). Ma poi sono stati abbandonati pure loro. Nessuno di noi della mia lista amicidiSilvio, tranne qualche onorabile e curosa eccezione, votera S.B. perché il suo tornaconto non ci riguarda. Ma il problema è: abbiamo, pur nella lista piccola a cui invio, un tornaconto comune, sociale, morale, politico, comunque comune nel quale identificarci. Nella mia lista ci sono insegnanti, operatori sociali, artisti, colleghi, precari, studenti, (mi si passi il maschile)cittadini e cittadine che hanno un riferimento forte rappresentato dalla Biblioteca. La Biblioteca rappresenta in piccolo una specie di fenotipo che propone e mette in comune quello che siamo o che vorremmo essere. Ciò che siamo e vorremmo essere anche fuori della Biblioteca. Personalmente cercherò di votare per qualcuno che assomigli alla Biblioteca e che si riconosca nelle parole che la Morante scrisse alla vigilia dell'Italia nova. Grazie della segnalazione, vienimi a trovare. Silvio

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