lunedì 25 luglio 2011

invettiva politica contro la pornografia


1) la pornografia non libera il corpo ma lo condanna, lo supplizia, lo violenta. E' un corpo privo di intelligenza e immaginazione, violentato grazie e attraverso i suoi buchi; nella pornografia il corpo è ridotto ad un buco, è esattamente i suoi buchi e le poche possibilità che rappresentano;
2) la pornografia è fallocentrica anche quando è lesbica. C'è quasi sempre un fallo di mezzo che cerca ossessivamente  buchi dove infilarsi (limitati e a scarsa ergonomia);
3) Dal punto 2) discende che la pornografia esclude la sessualità femminile, il suo mistero, la discesa all'Ade, la tana di un animale stupefacente e misterioso, animale politico perché di relazione e di confronto, creatura sconosciuta che nella pornografia viene trattata solo come meccanismo operativo, finalizzato all'orgasmo, soprattutto quello finto;
4) la pornografia non libera i desideri, perché esclude e mortifica, si fissa nella sua danza inutile, ripetitiva, priva di gioco, prospettiva e trascendenza; 
5) rovesciando i ragionamenti e prendendo come filtro la castità e la sessualità riproduttiva come unica possibilità ammessa dal cattolicesimo apostolico romano si hanno gli stessi risultati evidenziati per la pornografia, segno che la pornografia non è altro che un'altra forma di repressione sessuale. A riprova di questo fatto si vedano le rappresentazioni pittoriche dei supplizi dei santi. Niente di più pornografico.

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